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L'osservatorio
Sito in Tradate
(VA), 45°42'44,4" N
8°54'26,1" E, quota 305 m, MPC code B39
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L'osservatorio
Avere una
postazione fissa, sotto casa, dove poter osservare tutte le
sere serene, è il sogno di ogni astrofilo. Dopo molti anni di
fatiche a montare e smontare il telescopio nel giardino sotto casa,
finalmente sono riuscito a realizzare il mio osservatorio. Si tratta di
una costruzione molto semplice, composta di due stanze, una di 3 m x 3 m,
dotata di tetto scorrevole in due
sezioni, e l'altra di 1.5 m x 3 m, adibita a stanza di
controllo. La scelta del tetto scorrevole è stata dettata
principalmente dalla mia preferenza verso strutture aperte, che
permettono di vedere l'intero cielo e non necessitano di ruotare
periodicamente la cupola; inoltre una apertura completa permette una
veloce acclimatazione del telescopio, fondamentale per ottenere buone
immagini.
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La
stanza
di controllo e, dietro, la stanza col telescopio
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Il
sito
prima della costruzione dell'osservatorio |
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La
struttura metallica dei tetti scorrevoli
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Il
rimontaggio del telescopio
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Il telescopio
Il telescopio
ospitato nell'osservatorio è un gioiello di
ottica costruita da Romano Zen, una camera
Schmidt
300/400/615,
ovvero un'ottica dotata di
lastra correttrice e quindi
apertura libera da 300 mm,
specchio da 400 mm
e lunghezza focale di 615 mm. Si desume che il rapporto focale è
f/2.05, ovvero un valore incredibilmente basso che corrisponde a
un'elevatissima luminosità. Molti astrofili ricorderanno di aver
già sentito parlare di questa ottica, che fu di Aldo Radrizzani,
grandissimo astrofotografo purtroppo scomparso nel 2005. Con questo
telescopio, tra il 1989 e il 1997, Aldo ha ripreso oltre 900 lastre
fotografiche, ciascuna con un campo di 7° e su pellicola Tecnical
Pan 6415
ipersensibilizzata, con una risoluzione impressionante che se
scannerizzati producono file da 14000x14000 pix.
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La
camera
Schmidt 400/300/615 |
Aldo
Radrizzani,
grande astrofotografo italiano |
La
digitalizzazione della camera Schmidt
In tempi moderni
non è più possibile riprendere
fotografie astronomiche su pellicola.
Però il motivo fondamentale è che Aldo aveva già
fotografato
tutto quello che c'era da fotografare, da un sito osservativo di
montagna e quindi io non avrei potuto fare di meglio. Inoltre la Kodak
aveva da poco messo fuori produzione la Technical Pan, l'unica
pellicola in grado di valorizzare questa camera. Ed inoltre è
noto a tutti che le camere CCD possono fornire risultati molto
superiori alla pellicola. Per questi motivi ho pensato di rendere
digitale la camera Schmidt, cosa non semplice per diversi aspetti.
Per prima cosa bisognava trovare una
camera dotata di molti pixel ma al contempo di piccolo diametro per non
produrre ostruzione: ricordo che il fuoco del telescopio è al
centro del tubo. All'inizio del 2006 non esistevano molte camere in
grado di soddisfare
queste richieste, ne scelsi una con
sensore Kodak Kaf-6303e, composto da circa
3000x2000 pixel da 9 micrometri, in bianco e nero, con efficienza
quantica massima intorno al 65%.
Ma una volta trovata la camera, rimaneva il problema del campo focale curvo:
con la pellicola
il problema era facilmente risolubile, piegando il film sottile. Il CCD
non può però essere piegato e quindi la soluzione ottica
è stata una semplice lente piano-convessa (costruita da Zen)
posta quasi a contatto
del CCD, a circa 1 mm di distanza. La parte difficile è stata
inserirla nel CCD, operazione eseguita dalla ditta costruttrice. Il CCD
quindi non è più utilizzabile su altre ottiche! La
correzione ottica è molto buona si tutto il campo.
Un altro grande problema riguarda il raffreddamento
del CCD, necessario per ottenere le massime prestazioni. Le
celle Peltier infatti raffreddano da un lato, ma scaldano
dall'altro. Questo calore si accumulerebbe all'interno del tubo chiuso
e alla lunga rovinerebbe le immagini. Fortunatamente la camera ccd
scelta ha la possibilità di essere raffreddata a liquido e
quindi si può portare il calore fuori dal tubo, dove viene poi
dissipato in aria tramite uno scambiatore e una ventola. Il liquido
viene tenuto in circolazione da una pompa. Per evitare che d'inverno il liquido possa gelare, ho utilizzato del
ParaFlu, ovvero una miscela di glicol-etilenico e acqua che solidifica
a -40 °C.
La
motorizzazione della montatura
La montatura
è stata concepita 30 anni fa quando il GO-TO era
ancora un sogno per gli astrofili. Ora però una montatura senza
motorizzazione go-to non avrebbe senso in un osservatorio e pertanto ho
modificato la montatura utilizzando una centralina AstroElectronic FS2-40V e motori Secm8.
La
modifica non è stata senza problemi, perchè in
declinazione c'era un moto a braccio tangente che permettava movimenti
di pochi gradi; è stato sostituito con una ruota dentata e vite
senza fine gentilmente offerti dall'amico Ivan Mariotti.
La montatura è un vero macigno, tutto il complesso montatura,
forcella e tubo pesano circa 600 kg!
Per
lo smontaggio dalla cupola di Aldo, il trasporto e il rimontaggio
devo ringraziare molti forzuti amici, tra i quali Alberto Brunati,
Alberto
Gianni, Alessandro Gambaro, Antonio Paganoni, Stefano Simonelli, ed
altri,, senza i quali non ce l'avrei mai
fatta.
La modifica della declinazione con ruota
dentata e vite senza fine
I filtri
La camera CCD
è in bianco e nero e per riprendere a colori o per
ottenere immagini in banda stretta bisognava trovare filtri di grande
apertura (50 mm) e spessore esattamente uguale (+/-0.01 mm) per
garantire la parafocalità. La ruota porta filtri non era una
soluzione attuabile in quanto avrebbe ostruito il percorso ottico, i
filtri sono sorretti da un portafiltri magnetico, un gioiello di
meccanica costruito dall'amico Franco Martegani. Attualmente ho un set
di filtri LRGB e un H-alfa da 6 nm,
tutti
della Astronomik.
La guida
Il telescopio di
guida è lo stesso che usava Aldo, un rifrattore acromatico da 120 mm f/13.
A
differenza di Aldo che ha sempre inseguito a mano guardando
nell'oculare, preferisco ovviamente sfruttare la tecnologia e quindi
impiego un'autoguida. Per ora utilizzo una
webcam Vesta Pro modificata
con sensore in bianco e nero e riduttore di focale 0.5x, che assolve
ottimamente allo scopo. I comandi vengono impartiti tramite una
relais-box.
Il rifrattore di guida in
parallelo al telescopio principale
Il sito
osservativo
Per massimizzare
il numero di notti osservative utilizzabili, ho voluto
l'osservatorio nel posto più comodo e vicino possibile: il
giardino sotto casa. Purtroppo abito in centro a una città in
piena pianura Padana, dove l'inquinamento
luminoso è molto abbondante e MAI è possibile
vedere la Via Lattea, nemmeno nelle notti più limpide e
trasparenti. La magnitudine limite nelle notti migliori è
attorno alla 4,5. L'artelnativa è ovviamente dislocare
l'osservatorio in montagna, ma
oltre ad essere una soluzione molto più costosa, non mi avrebbe
permesso di
sfruttare lo strumento tutte le sere serene.
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Vista
verso Sud-Est. Notare anche il telescopio Newton 310 mm Maccagnan in
parallelo alla Schmidt
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L'osservatorio
d'inverno dopo una nevicata (dicembre 2009).
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La
disperata situazione dell'inquinamento luminoso... si tratta di uno dei
luoghi peggiori d'Italia.
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Le
osservazioni
Molti sono le
attività realizzabili da un osservatorio fisso,
molte di più di quelle realizzabili con un telescopio da montare
e smontare tutte le sere. Si va da profondissime riprese del profondo
cielo, delle nebulose in H-alfa e delle galassie, a studi fotometrici
di stelle variabili ed asteroidi, e anche alla astrometria di asteroidi
e comete. Per quest'ultimo campo di studio ho ottenuto il codice B39 dal Minor Planet Center.
In futuro vorrei montare un telescopio Newton da 30 cm in piggyback, e
le osservazioni si estenderanno anche ai pianeti in alta risoluzione.
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La
galassia
di Andromeda M31
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Gamma
Cygni
e la nebulosa IC1318 (colori di Daniele Cipollina)
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La
nebulosa
Nord America e Pellicano ripresi con oltre 6 ore in H-alfa
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Il
passaggio
dell'asteroide 2006 VV2 la sera del 29 marzo 2007.
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Altre DSC
(Digital Schmidt Camera)
Con
l'avvento del digitale molte camere Schmidt sono state convertite.
Nell'agosto del 1998 proprio Aldo Radrizzani mi condusse a visitare una
DSC presso l'osservatorio
della Costa Azzurra, a Calern, nel sud della Francia. La camera Schmidt
da 90 cm di lastra e 1,5 m di specchio ospitava un sensore Loral 2Kx2K
ed era principalmente utilizzato per ricerca di asteroidi
tramite la tecnica drift scan. Purtroppo ora questo telescopio è
stato dismesso. Di seguito alcuni link a DSC.
Links:
- Osservatorio della Costa Azzurra, camera Schmidt
- Un
correttore
di campo e una
flat
Schmidt camera, ottenuta modificando un Meade Schmidt-Newton,
di Tanaka Kazuyuki
- CCD
Imaging
With A Schmidt Camera, by Mike Harlow
- David Levy pubblicò su Sky and
Telescope,
July 2006, pp 106-107, un articolo sulla sua camera Schmidt Meade da 40 cm,
digitalizzata con una camera SBIG STL-11000 fortemente modificata.
Sfortunatamente nessuna informazione aggiuntiva è disponibile
sul suo sito (al
12/1/08).
- Osservatorio
Astronomico di Treviso, DSC a cura di Fabrizio Marchi
- DSC
commerciale
A&M, sul sito Astrotech
- DSC
commerciale
ASA, Astro Systeme Austria