L’universo si
nasconde!
Dov’è finito
il
90% della materia?
di Lorenzo Comolli
Nota importante: questo articolo è stato scritto molto
tempo fa,
nel 1996, e pertanto è da considerare superato per via
delle
nuove scoperte nel campo.
Cos’è
la materia oscura?
E’, come spiega l’aggettivo "oscura",
materia
che noi non vediamo. Attenzione però a non confonderla coi
buchi neri, anch’essi invisibili, che sono solo una piccola parte
della
materia oscura.
Quanta
è?
Si è calcolato che circa il 90%
della materia nell’universo debba essere oscura.
Che importanza
ha?
La materia oscura apre il dilemma
del
destino dell’universo. Se ce n’è molta, l’universo
finirà
di espandersi e la forza di gravità lo farà
collassare su
se stesso: ci sarà il
Big Crunch (= Grande Stritolamento).
Invece se di materia ce n’è poca, l’universo
continuerà ad
espandersi all’infinito. Tutto questo, naturalmente, se la teoria
del Big
Bang è corretta (e probabilmente lo è).
Le prove
a favore.
Riuscire a giustificare l’esistenza di
qualcosa
che non vediamo e non tocchiamo è un compito arduo.
Infatti, quando
Vera
Rubin nel 1951 ipotizzò l’esistenza di materia
invisibile con
degli studi sulla dinamica delle stelle nelle galassie, fu
considerata
quasi una pazza. Ci vollero più di 25 anni prima che la
Rubin proponesse
di nuovo la stessa idea, supportandola con dati più precisi
(1978).
L’idea della Rubin era che le stelle,
al crescere della loro distanza dal centro galattico, devono
orbitare a
velocità sempre minori. Questo effetto è facilmente
comprensibile
se consideriamo il sistema solare: Mercurio, il pianeta più
vicino
al Sole, orbita a circa 48 Km/s, mentre Plutone, il più
lontano,
a "soli" 4,7 Km/s. La ricercatrice scoprì che ciò
non avveniva:
le velocità misurate rimanevano costanti invece di
diminuire (Figura
1). L’unica spiegazione a questo fenomeno era di ammettere
l’esistenza
di materia invisibile intorno alle galassie.
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Figura
1: una curva rotazionale galattica. Si vede come i
dati non seguono la
liea continua che rappresenta la previsione fatta
dagli astronomi in base
alla quantità di materia visibile
(cioè stelle e nebulose). |
Ma già nel 1973, Jim Peebles
e Jeremiah
Ostriker avevano ipotizzato che nelle galassie doveva
esserci più
materia. I delicati bracci di spirale non possono resistere per
lungo tempo
se non si teorizza l’esistenza di un esteso alone contenente una
grande
massa, che circonda le galassie.(Figura 2)
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Figura
2: il nucleo di una galassia a spirale (M100)
ripresa dall'Hubble Space
Telescope. I bracci a spirale che cominciano a
dipartirsi dal nucleo non
possono resistere a lungo se non si ammette
l'esistenza di un esteso alone
di grande massa intorno alla galassia. |
Una ulteriore prova a favore della
materia
oscura è il moto delle galassie negli ammassi di galassie:
le loro
velocità sono molto maggiori di quanto si era ipotizzato
utilizzando
il campo gravitazionale creato dalla materia visibile.
Esemplare è la nostra Via
Lattea
che si muove nella direzione della costellazione del Leone a ben
600 Km/s:
significa che un’enorme quantità di materia oscura ci
sta attraendo.
Le ipotesi
della composizione della materia oscura.
I calcoli indicherebbero che il Big
Bang ha
formato il 20% di tutta la massa dell’universo sotto forma di materia
barionica, formata cioè da protoni e neutroni.
Il restante
80% potrebbe essere
materia che non interagisce elettromagneticamente
con la materia barionica, che cioè non emette luce.
La materia oscura di tipo barionico
potrebbe
essere composta di oggetti poco luminosi, quali stelle di
neutroni, buchi
neri o nane brune. Per comodità vengono anche chiamati MACHO
(MAssive Compact Halo Objects).
Le stelle di neutroni sono
ciò
che rimane di vecchie stelle esplose. Però considerazioni
sulla
loro difficile creazione, escludono che possano risolvere il
problema della
massa mancante di tipo barionico.
I buchi neri sono anch’essi
generati
da stelle che alla fine della loro vita "luminosa", collassano
su se stesse. A causa della loro grande
massa, le forze che tengono uniti gli atomi e le particelle come
protoni
e neutroni, vengono superate da quelle gravitazionali: la
materia quindi
viene concentrata così tanto che crea un campo
gravitazionale da
cui neppure la luce può sfuggire. Nonostante tutto, i
buchi neri
possono essere "visti" per gli effetti che il campo
gravitazionale induce
nello spazio circostante. Poco possiamo invece dire sulla
quantità
dei buchi neri esistenti. Quindi i cosmologi non possono essere
certi che
siano loro i responsabili della materia oscura barionica.
Un’altra ipotesi si basava
sull’abbondanza
delle nane brune, corpi con massa minore all’8% di
quella del Sole:
questi sono troppo piccoli per avviare la fusione nucleare e
perciò
non risplendono come le stelle. Giove è l’esempio
più vicino
a noi di queste "stelle mancate". Emettono però
radiazione infrarossa:
recenti studi condotti con l’Hubble Space Telescope (HST)
escludono completamente
che le nane brune esistano in grandi quantità (Figura
3).
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Figura
3: la foto a destra mostra la zona quasi priva di
stelle, mentre ce se
ne aspettava tante quante quelle disegnate nella
foto a sinistra. Viene
quindi esclusa l'ipotesi che la materia oscura sia
formata da corpi poco
luminosi come le nane brune. |
Vediamo ora quali sono i candidati ad
essere
la materia oscura non barionica. Se ne distinguono due
tipi: la
calda
e la fredda, a seconda dell’energia che le particelle
possedevano
quando non si erano ancora formate le galassie.
Il candidato principale alla materia
oscura
calda (cioè molto energetica ai primordi del Big Bang)
è
il neutrino, una particella che non interagisce con la
materia barionica
se non raramente. Ha però il pregio della certezza della
sua esistenza:
infatti il nostro corpo è attraversato da circa 6
MILIONI DI
MILIARDI di neutrini ogni secondo, che vengono prodotti
nel centro
del Sole. Facendo i conti, si scopre che nella nostra vita
saremo trapassati
da un numero di neutrini pari a un 1 seguito da 25 zeri!!! Nel
Febbraio
1995 è stato eseguito a Los Alamos (USA) un esperimento
secondo
cui il neutrino avrebbe una massa di circa 2,5 elettronVolt
(=4,4*10^-36
kg = 1/200.000 massa dell’elettrone), piccolissima, ma pur
sempre diversa
da 0.
I neutrini potrebbero definitivamente
risolvere il problema della materia oscura, ma i teorici avevano
avanzato
altre due ipotesi, riguardanti la materia non barionica fredda:
la prima
utilizza l’assione, mentre la seconda propone le particelle
supersimmetriche
del fotone e della particella di Higgs, chiamate fotino
e higgsino
. Assione, fotino, particella di Higgs e relativo higgsino non
sono state
provate sperimentalmente, e pertanto restano soltanto delle
ipotesi. (Figura
4)
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Figura
4: schema riassuntivo delle ipotesi sulla
composizione della materia oscura. |
Conclusione.
I teorici stanno lavorando tuttora per
capire
meglio la struttura della materia, e pertanto sono possibili
clamorosi
colpi di scena, come scoperte di particelle esotiche o di mondi in
una
quinta dimensione...
Allo stato attuale, quindi, i
più
gettonati aspiranti alla materia oscura sono sia i piccoli buchi
neri,
sia i neutrini.
E’ evidente come negli ultimi
decenni
la scienza dell’infinitamente piccolo stia collaborando con la
scienza
dell’infinitamente grande, per giungere a capire sempre
più il mondo
in cui viviamo.