La risoluzione degli scanner per negativi
di Lorenzo Comolli
Scritto nel 1998, ultimo aggiornamento nel 2006.

Con l'avanzare della tecnologia è diventato possibile elaborare le proprie immagini astronomiche con i computer, ma rimane il problema della digitalizzazione delle immagini stesse. Partendo dal presupposto di voler ottenere il massimo di informazioni dalle immagini, bisogna orientarsi verso scanner per negativi e non verso scanner piani che digitalizzano una stampa dell'originale. Sono in commercio scanner per negativi a 2700dpi (sui 1000€) e a 4000dpi (sui 2000€), una risoluzione che, per negativi 24x36 a colori, crea immagini a 16 bit/canale rispettivamente da 50 e 130 MB! Questa risoluzione è considerata da alcuni uno sproposito, e a ragione per applicazioni standard. Ma quando si tratta di astrofotografia ad alta risoluzione, effettuata tramite pellicola Technical Pan ipersensibilizzata (purtroppo fuori produzione dal 2005), allora ci si rende conto che 2700 dpi sono pochi! Ed è solo in questo caso che sorgono i problemi che qui di seguito saranno analizzati.
Analizzando le simulazioni di questo articolo, vedremo che anche 4000dpi non forniscono risultati pienamente soddisfacenti.

La pellicola

La Technical Pan  è una pellicola ad altissima risoluzione, e le misure ufficiali riportano che la dimensione della grana è di 3 micrometri. Le stelle più piccole che si possono ottenere su tale pellicola si aggirano sui 9-10 micrometri. E la risoluzione di uno scanner per negativi a 2700dpi è proprio di 9-10 micrometri. Ma questo non è sufficiente per risolvere adeguatamente le stelle più piccole, che in tal modo risulterebbero occupare un solo pixel sull'immagine, e risulterebbero quindi quadrate e antiestetiche. Si assume che per risolvere adeguatamente una stella ci vogliono almeno 2 o 3 pixel di diametro, implicando una risoluzione doppia o tripla, quindi circa 5000 o 8500 dpi (questi valori non sono propio il doppio e il triplo di 2700, ma ci servono per confrontare questi risultati teorici con la simulazione grafica qui sotto). In realtà l'ideale sarebbe poter risolvere la grana, ma servirebbe una risoluzione di ben 25.000 dpi, uno sproposito anche per gli attuali computer! Infatti le immagini derivanti da un tale scanner occuperebbero 5 GB!

La simulazione (1)

Ecco quindi l'esigenza di capire cosa si perde utilizzando gli scanner attuali: la simulazione qui sopra (se vuoi un'immagine a maggiore risoluzione, cliccagli sopra) mostra in alto a sinistra (1) una ricostruzione in scala di un negativo di Tecnical Pan; nelle caselle 2, 3 e 4 si è simulato cosa "vede" uno scanner a 8500, 5000 e 2500 dpi. Le stelle in alto sono da 20 micrometri, quelle in basso da 10 micrometri. Come si vede, lo scanner a 2500 dpi è completamente indadeguato a risolverle. 5000 dpi sono il miglior compromesso, mentre a 8500 dpi si comincia a distinguere la grana della pellicola. Certo, anche a 8500 dpi l'immagine digitalizzata non può reggere il confronto con una stampa ottenuta con metodi tradizionali, ma il vantaggio della digitalizzazione sta nella elaborazione digitale tramite software come PhotoShop.

 La simulazione (2)


Clicca sull'immagine per vederla a piena risoluzione, questa riproduzione in piccolo non da un'idea precisa.
Quest'altra simulazione è sicuramente più realistica della precedente e si basa su una stampa ad ALTISSIMO ingrandimento di un negativo di Tecnical Pan realizzato da uno dei migliori astrofotografi italiani, Aldo Radrizzani, purtroppo scomparso nel luglio 2005. Lo strumento che utilizzava, una camera Schmidt da 30cm di apertura libera a f/2, gli ha permesso di ottenere stelle estremamente puntiformi, al limite di quanto possa registrare la pellicola.
La mia idea è stata di eseguire una stampa ad altissimo ingrandimento direttamente da un suo negativo e quindi di digitalizzarla e degradarla alle risoluzioni disponibili degli attuali scanner (2700 e 4000dpi) e a una risoluzione ideale (8000dpi). In questa maniera si vede chiaramente quello che uno scanner per negativi perde nella digitalizzazione. E' notevole notare come i risultati della simulazione (1) siano pienamente confermati. Ovvero 2700dpi non sono per nulla sufficienti per la Tecnical Pan. Vanno leggermente meglio 4000dpi, ma 8000 sono molto meglio.

Facciamo due conti: il negativo che ho usato è un disco da 77 mm di diametro utilizzato. Quanto sarebbe grande un'immagine da 77x77mm alle varie risoluzioni?

Pellicola da 77x77mm Dimensione scansione [MB]
Risoluzione
B/W, 16bit/canale
RGB, 16bit/canale
2400 dpi
106
318
2700 dpi
134
402
4000 dpi
294
882
4800 dpi
423
1270
8000 dpi
1176
3529
9600 dpi
1694
5082
Con dimensioni del genere è chiaro che risulta alquanto arduo elaborare le immagini. Con i PC attuali (gennaio 2006) si riesce a lavorare su immagini di massimo 300-400 MB, e già così si rischia di usare file di swap e ram virtuale che rallentano moltissimo il processo. Dovranno passare ancora un po' di anni, forse 5, perchè sistemi in grado di elaborare immagini da 8000dpi o più diventino disponibili a cifre accessibili.

Le scansioni

Con il passare del tempo sono diventati disponibili scanner per negativi di buona risoluzione a prezzi sotto i 500€.  Per fare le scansioni dei negativi di Aldo ho dovuto scegliere uno scanner di grande formato (ossia che acquisisca il formato 100x120mm). Attualmente non esistono in commercio scanner esclusivamente per negativi di grande formato, a prezzi ragionevoli. Pertanto mi sono orientato verso uno scanner piano con supporto per negativi di grande formato, di buona risoluzione (4800dpi) ed elevata qualità di scansione (16 bit/canale, rumore basso). La scelta è caduta sul Canon CanoScan 9950F che può acquisire negativi fino alla dimensione di 200x300mm.
Ho quindi iniziato a scansionare ed elaborare i negativi di Aldo, a 4800dpi quelli in BN (file da oltre 400MB) e a 2400dpi quelli a colori (file da oltre 300MB). Le elaborazioni richiedono diverso tempo su un PC con AMD Athlon64 3200+ con 1GB di RAM (che presto diventerà 3GB). Mediamente impiego 1 ora per scansionare ed elaborare al meglio un negativo in BN. La fatica è molta ma i risultati sono incredibili, esaminare e navigare in immagini da 15000x15000 pixel è stupefacente.
Molto interessante è stato notare come le simulazioni sopra riportate siano state pienamente confermate. Le scansioni a 4800 dpi mostrano le stelle discretamente risolte e forniscono vagamente anche l'idea della grana. Si tratta quindi del miglior compromesso per la scansione dell'archivio di Aldo, che fornisce risultati di tutto rispetto, tramandabili nel futuro su supporto digitale, preservando quindi il lavoro dal deterioramento inevitabile dei negativi.


Scansioni con CanoScan 9950F: confronto tra 2400dpi e 4800dpi. Visualizzazione al 400% e 200% rispettivamente. Stelle a nord di M31. Si nota come la grana sia meglio risolta con 4800dpi, anche se non del tutto. A mio avviso, il lieve incremento qualitativo giustifica comunque la maggior quantità di memoria richiesta.


Esempio di scansione di un negativo rotondo di Aldo, la zona della nebulosa Nord America NGC7000 e della Pellicano. Clicca sull'immagine per vederla a piena risoluzione.

Conclusioni

Con i mezzi attuali, la scansione della Tecnical Pan inizia a diventare possibile, anche se per ottenere i risultati migliori si deve ancora fare una copia del negativo con uno slide duplicator, cercando di ingrandire 3 o 4 volte l'immagine. La scansione diretta porterebbe alla perdita delle stelle più piccole e quindi più deboli, insomma alla perdita di circa una magnitudine. Questa perdita è causata dal reticolato dei pixel che vedono la pellicola: immaginiamo di avere una stella (delle stesse dimensioni di un pixel) con un S/N (rapporto segnale rumore) di 3 e di scansionarla come un quadrato esattamente centrato sulla stella, avremo un S/N digitale di 3; ma se la stella è centrata sugli angoli di 4 pixel, il S/N digitale diventa 1.75 (=1+(3/4)). Quindi c'è una perdita di magnitudini.
Un errore frequente nel valutare l'adeguatezza di uno scanner è sottovalutare la grana: come mostra l'esperienza, la grana non risolta si traduce in un fondo cielo ovattato, irreale, che rende una eventuale stampa digitale (professionale) lontana anni luce da una stampa tradizionale.


Ringrazio Alfredo Zanazzo con il quale ho discusso a lungo su questo problema e Aldo Radrizzani per aver fornito il suo immenso archivio di negativi.


Per inviarmi commenti o critiche sulle idee qui esposte, mandami una e-mail: comolli@libero.it


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